EURO / DOLLARO :

- EURO . CONVIENE SIA COSI' FORTE ?? -

Nel confronto tra i prezzi, oggi se dovessimo andare negli Stati Uniti, tutti i prodotti ci sembreranno a buon mercato. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. I prezzi delle nostre merci all'estero risultano a questo punto più care, dato che gran parte del commercio estero si svolge in dollari. Quindi si vende di meno. Quindi l'imprenditore italiano -che ragiona sempre in termini di euro - potrebbe alla fine rimetterci. Infatti, quando c'era la lira, gli imprenditori italiani superavano le loro difficoltà persuadendo la Banca d'Italia a svalutare, cioè a far valere di meno la lira rispetto alle altre monete. In questo modo, facevano facilmente la concorrenza ai prodotti stranieri senza apparentemente rimetterci. Da quando siamo in Europa, però, il trucco di svalutare non si può più fare: il governo della moneta non è più nelle nostre mani, ma a Francoforte, dove sta la Banca Centrale Europea (BCE). E' lì che prendono le decisioni sui tassi di interesse, una delle componenti fondamentali del valore di una moneta.

I tassi di interesse c'entrano molto, tutti si aspettano che gli americani taglino i loro tassi di interesse, il che significa che i depositi in dollari renderanno meno. Non ci si aspettano tagli, invece, dalla Banca europea. Quindi adesso non è più così conveniente tenere i soldi in America invece che in Europa, anche se il differenziale è ancora a vantaggio degli Stati Uniti (5,25 contro 4 per cento). In pratica chi ha dollari li vende e compra euro. Le oscillazioni delle valute sono identiche a quelle di qualunque altra merce.

Gli americani dovrebbero tagliare i tassi perché è l'ultima conseguenza della famosa crisi dei mutui. I mercati pensano che il problema sia americano e soprattutto americano, E che possa a un certo punto portare il Paese a una recessione. Un pò di tempo fa Kenneth Rogoff, già capoeconomista del Fondo Monetario, ha detto a Cernobbio che una grande banca degli Usa sta per saltare. Antoine Bernheim ha poi aggiunto che gli hanno detto che Citibank è in difficoltà. In questo clima di incertezza non è per niente strano che il dollaro si indebolisca.

Una corrente di pensiero autorevole ritiene che l'attacco all'Iraq da parte americana sia stato provocato dalla volontà di Saddam di commerciare il petrolio in euro invece che in dollari. Ahmadinejad ha aperto a Teheran una Borsa del petrolio dove le contrattazioni avvengono in euro e il dollaro è escluso. Agli inizi di Settembre 2007 il Wall Street Journal ha lanciato l'allarme sulla Russia: Putin starebbe pensando seriamente di commerciare il petrolio russo in rubli e di non accettare più né dollari né euro. Il fatto è che, una volta, il valore della bancanota era legato a un bene: ci si immaginava che in qualunque istante, presentandosi in banca, si sarebbe potuta riscuotere una quantità d'oro corrispondente al valore stampato sul pezzo di carta. Oggi la convertibilità non esiste più. Il dollaro ha di fatto sostituito l'oro. Ciò ha dato un enorme potere agli americani: ogni volta che stampano un dollaro è come se creassero dell'oro....

LA BORSA :

- IL CROLLO DELLE BORSE -

...Mettiamo che esista un'azienda posseduta da mille persone ed ognuna di queste persone è padrona di un pezzetto dell'azienda, in questo caso ogni persona ha un millesimo. Mettiamo che i mille padroni siano d'accordo tra di loro che ognuno può vendere il suo pezzetto a qualunque prezzo, quando vuole e a chi vuole. Bene, questa è la Borsa: il posto dove tutti quelli che possiedono n pezzetto di società possono andare a vendersela oppure a comprarsela.

I pezzetti di società si chiamano "azioni". Non si può comprare una sola azione, bisogna prenderne un pacchetto. Ma a quanto? ... Il prezzo cambia continuamente; e cambia secondo questa regola semplice : se tutti vogliono comprare una certa azione, quella sale di prezzo; se tutti la vogliono vendere, quella scende.

All' inizio del 2007 le Borse crollano, perché? ... Il valore delle azioni cresce senza sosta da sei anni e quindi ad un certo punto questo rialzo doveva fermarsi. Per esempio Shangai è aumentata del 130 % in 20 mesi. Fatto che tutti giudicano pazzesco, soprattutto se si tiene conto che il 70% delle aziende trattate in quella Borsa sono sull'orlo del fallimento. Negli ultimi anni molti cinesi si sono trovati, grazie allo sviluppo di quel Paese, con soldi da investire. e sono andati a metterli in Borsa, un posto dove si può anche guadagnare bene. Siccome volevano le azioni, e le chiedevano senza saper bene che cosa compravano, il valore delle azioni saliva. Siccome saliva, i cinesi erano contenti e compravano ancora. Questo è uno dei pericoli classici della Borsa, una spirale che non a caso si chiama "febbre" e che non ha niente a che vedere col valore reale delle cose che compro.

Gli olandesi nel Seicento furono presi ad un certo punto da una febbre come questa per i tulipani e arrivarono a dare ad una singola pianta lo stesso valore di un palazzo! Quando accade questo, il crollo arriva poi rapido e violento: a fine febbraio 2007, il governo di Pechino ha deciso di tassare i guadagni che si fanno in Borsa e a questo punto, spaventati, tutti si son messi a vendere. Crollata Shangai, le altre Borse appresso. Le cattive notizie da Tokyo e le nuove voci di crisi americane hanno fatto il resto...


Ultimo Aggiornamento alle 11.30 del 07/04/08 - Creato con Blocco Note da Marco Merlino. Home