IL PIU' GRANDE SITO MAI VISTO PRIMA


02/02/2007 – Perché la storia di Veronica e Silvio ha fatto impazzire il mondo intero.

Considerando solo i quotidiani più importanti, ieri sono uscite sul caso Veronica-Berlusconi una trentina di pagine, contenenti più o meno qualcosa come cinquantamila parole. Mettiamoci i 180 siti che hanno dedicato al litigio il loro titolo più importante (tra questi quelli del Washington Post e del New York Times) e il profluvio di trasmissioni televisive – Otto e mezzo, Porta a porta, Matrix ecc... - con ospiti di tutti i tipi, compreso qualche psichiatra. Ieri la lettera al marito della signora Berlusconi, fattagli pervenire tramite la prima pagina di Repubblica, è stata quindi l'evento numero uno del pianeta.

Com'è possibile che una storia simile interessi pure i giapponesi?

Si deve tener conto del fatto che Berlusconi ha lavorato, negli anni passati, a costruire una grande immagine di sé nel mondo. In due parole: è popolarissimo. A Parigi, a Londra sono andati in scena lavori teatrali che lo vedevano protagonista. Anche se quasi sempre in chiave negativa, perché gli intellettuali considerano spesso Berlusconi il rappresentante di ogni male. Ma la demonizzazione ha contribuito al successo. Il capo di Forza Italia è una star mondiale.

Avrà contribuito anche la storia d'amore.

Certo. Il gesto di Veronica è clamoroso e , a quanto ricordo, Hillary Clinton – durante il caso Lewinsky – non disse una parola, neanche quando i giornali insinuarono che voleva chiedere il divorzio. Non parliamo dei contrasti familiari dell'imperatrice del Giappone: dalle mura del palazzo non usciva neanche una parola. Idem per noti fedifraghi del passato, come Mitterand.

Cioè, nessuna moglie ha mai compiuto un gesto clamoroso come quello di Veronica?

Non che io ricordi, se escludiamo naturalmente Diana d'Inghilterra. Oltre tutto Veronica aveva mantenuto fino a ieri un atteggiamento molto riservato e da questo punto di vista esemplare.

Veronica è stata assai criticata per la lettera.

Sì, Repubblica ha fatto un sondaggio da cui risulta che il 55% dei suoi lettori le dà torto. Le ha dato addosso anche Cacciari, per questo. E da Vespa, l'altra sera, i due uomini – Maurizio Costanzo e Paolo Crepet – hanno continuato a chiedersi perché un litigio di questo genere debba essere condotto attraverso i giornali. Cioè: le donne la difendevano, gli uomini la attaccavano.

Ma secondo lei la ragione vera del contrasto sta nel gallismo di Berlusconi?

E' probabile. Ieri La Stampa ha scritto che lui sarebbe preda di una crisi di giovanilismo, di una smania di cambiamento, di una voglia di innamorarsi. Qualcuno parla di un ipotetico terzo matrimonio. E infatti c'è un avvocato di mezzo – Nicola Ghedini – che l'ha chiamata mercoledì rimproverandola: “Lei, signora, ha fatto una cosa gravissima. Ma come le è venuto in mente? Questi sono affari privati, non si mettono sui giornali. Eppoi abbiamo sempre trovato una soluzione, mi pare. Ne stavamo parlando, stavamo trattando, ma ora rischia di rovinare tutto. Io lo dico anche nel suo interesse”. Veronica ha risposto: “Qui non c'è niente da trattare”. La presenza dell'avvocato e altri dettagli minori (per esempio la consapevolezza che lui da 20 giorni non entra in casa e che il contrasto è cominciato molto prima della cena dei Telegatti) ha fatto anche supporre che sia in atto il primo tempo della guerra per la successione. I tre figli di Veronica, il cui ultimo – Luigi – è diventato maggiorenne lo scorso settembre, occupano ancora una posizione defilata rispetto a quelli di primo letto, ben presenti, forti e visibili nelle due aziende di famiglia, la Mondadori e Mediaset. Berlusconi ha un patrimonio di 50 miliardi e deve ancora spartire tra i suoi figli quasi il 70% della sua ricchezza.

04/02/2007 – Costa poco e si trova ovunque. Ecco perché la cocaina dilaga.

Giovedì il ministro dell'interno, Giuliano Amato, si è sorpreso della quantità di cocaina che gira in Campania: in un anno la polizia ne ha trovata una tonnellata. Il Viminale ha poi fatto sapere che nel 2006 sono state sequestrati 4624 chili di cocaina, +5,74% rispetto al 2005.

Ha ragione Amato?

Ha ragione di allarmarsi, ma non ha ragione di sorprendersi. Le cifre sono note: in Lombardia, per esempio, ne hanno sequestra l'anno scorso poco meno di una tonnellata e mezza, cioè più che in Campania. E' sorprendente casomai il ragionamento che Amato ha fatto: è impossibile battere la droga perché sono gli italiani stessi a volerla. Se la domanda è così alta, come possono le forze dell'ordine limitarne il consumo?

Come mai il consumo è cresciuto tanto?

Le ragioni sono fondamentalmente tre. La prima è che i prezzi sono scesi a livelli popolari. Al Tossik Park di Torino, vicino alle tangenziali, in fondo al parco Giulio Cesare (che la Federgolf è disposta a riqualificare, trasformandolo in un campo da golf pubblico a 18 buche), ti fanno dosi anche da 5 euro (il cosiddetto “quintino” da 0,20 grammi). Naturalmente è roba tagliatissima, mischiata nel migliore dei casi a mannitolo polverizzato. Il mannitolo è un lassativo per neonati che si compra in farmacia. Il piccolo spacciatore paga la coca pura 40-50 euro al grammo e con i tagli moltiplica il guadagno per tre, quattro, cinque volte.

E la seconda ragione?

Spacciare è oramai facilissimo e non richiede nessuna organizzazione particolare: lo stesso consumatore, a qualunque livello, ne compra un po' di più e la rivende. Ci paga la sua dose e anche il mutuo, le vacanze o le rate dell'auto. E' vero che ne sono state trovate tracce imponenti nel Parlamento italiano, in quello tedesco e in quello europeo. Ma è anche vero che la consumano molti muratori che lavorano a cottimo e grazie alla coca fanno più ore senza sentire la fatica. O camionisti, che si tengono su mentre guidano. In un rapporto consegnato al Parlamento l'anno scorso c'è scritto che il 12% dei militari sniffa. Il professor Roberto Bertolli, della clinica Le Betulle di Milano, dice di fare le analisi antidroga a chiunque arrivi nei reparti psichiatrici, compresi i vescovi e le monache.

Com'è fatto questo consumatore di cocaina?

Il consumatore medio è maschio. Tra i 25 e i 39 anni, buon reddito, single (solo uno su tre è sposato). Il 40,7% delle femmine e il 30,1% dei maschi preferisce “tirare” a casa. Uno su tre lo fa da solo. Gli uomini la adoperano spesso al posto del Viagra. Le donne come antidepressivo. Il 7% degli italiani tra i 15 e 1 34 anni ha sniffato almeno una volta nella vita. La soglia minima di accesso è passata dai 30 anni del 1999 ai 13-14 di ora. Per consumo di coca, siamo al terzo posto in Europa, dopo Gran Bretagna e Spagna. Abbiamo superato l'Olanda due anni fa.

E la terza ragione per cui si sniffa?

La terza ragione, purtroppo, è che la cocaina è buona. Quando Donatella Versace ha smesso, ha detto: “La coca era molto divertente. Non mi sono mai divertita tanto”. Diciamo subito, però, che fa malissimo: provocando un'eccessiva secrezione di serotonina, enzima che dà piacere, senso di onnipotenza e annulla i freni inibitori, intasa le cellule cerebrali finendo spesso col distruggerle. Non bastasse, alzando la pressione danneggia la circolazione (le morti per overdose sono di solito causate da ictus e infarti). Assunta per via inalatoria, può corrodere i tessuti: i ricercatori della divisione di otorinolaringoiatria del San Raffaele di Milano ipotizzano una suscettibilità genetica. Mario Bussi, direttore di una ricerca presentata dal Congresso mondiale dell'Ifos: “Nei soggetti a rischio il meccanismo è irreversibile ed è mediato dall'enzima “caspasi” che provoca una separazione cellulare. Il processo distruttivo prosegue anche dopo le ricostruzioni plastiche dei nasi alterati dalla cocaina”.

05/02/2007 – Da oggi l'Auditel misura nache Sky. Perché quei dati sono così importanti?

Da oggi l'Auditel rileva anche gli ascolti di Sky e degli altri canali televisivi satellitari.

Che cos'è l'Auditel?

E' la società che ogni giorno, minuto per minuto, controlla chi sta davanti alla televisione e che cosa sta guardando. Il controllo avviene attraverso un “campione”, cioè 5100 famiglie volontarie a cui l'Auditel ha consegnato un apparecchio, detto “meter”. Questo “meter”, piazzato in casa, capisce che cosa si sta guardando e chi sta guardando. Di notte, quando tutti dormono, manda il diario della giornata televisiva a un grande calcolatore centrale. Qui arrivano nello stesso tempo i diari di tutte le altre famiglie campione. Il calcolatore li elabora e alle 10 di mattina sputa fuori i risultati. La felicità o l'infelicità dei divi televisivi dipende da quei numeri.

Gli italiani sono quasi 60 milioni: come si può prestar fede a quello che fanno 5100 famiglie?

Perché sono scelte con un criterio proporzionale, cioè rappresentativo di tutti quanti. Per esempio: l'Italia ha tante donne, tanti uomini, tanti laureati, tanti pensionati, eccetera. Ebbene il campione, in proporzione, deve avere la stessa quantità di donne, uomini, laureati e pensionati. Siccome anche la società cambia di continuo, quelli dell'Auditel fanno 30mila interviste all'anno per verificare icambiamenti nelle percentuali di uomini, donne, laureati, pensionati e di tutte le altre categorie previste.

A cosa serve tuta questa iradiddio?

Prima di tutto serve a quelli che devono fare la pubblicità in televisione, cioè a quelli che devono tirare fuori soldi per far conoscere i loro prodotti. Vale a dire, le aziende. Le aziende hanno interesse a sapere non solo quanta gente guarda la televisione, ma anche chi la guarda e che cosa guarda:se sono un fabbricante di pasta, vorrò sapere quali trasmissioni guardano le casalinghe in modo da mettere in quel programma o almeno in quella fascia oraria i miei spot. L'Auditel, con i suoi rilevamenti, me lo dice.

E perché la televisione satellitare non veniva considerata?

Veniva conteggiata nella voce “altre reti”, ma Sky non aveva dato finora il permesso di rendere noti i dati che la riguardavano perché li riteneva sbagliati: il metodo di rilevazione dell'auditel non è abbastanza scientifico. E soprattutto: i padroni dell'Auditel sono la Rai, Mediaset e le aziende che distribuiscono la pubblicità. Rai e Mediaset controllando il 60% dell'Auditel come vuoi – dicevano a Sky – che siano disposti a far vedere che l'ascolto del satellite cresce? Hanno chiesto maggiori garanzie, gliele hanno date e da ieri possiamo sapere anche noi chi guarda il satellite.

E' importante?

Molto importante. I dati Auditel, se ben raccolti, ci dicono molto sull'Italia e sugli italiani. Già da queste prime rilevazioni si vede che la popolazione italiana è divisa in tre parti, che coincidono con le tre grandi emittenti. C'è l'Italia della Rai, costituita in media da sessantenni, con capofamiglia pensionato e prevalenza di pubblico femminile. Sono spettatori che fanno poco zapping, cioè restano fedeli alle loro trasmissioni e ai loro divi preferiti senza saltare di continuo ad un canale all'altro. Anche il livello di istruzione non è troppo alto (soprattutto per RaiUno. RaiDue e RaiTre hanno spettatori più colti). Mediaset rappresenta l'Italia dei consumatori, è forte nella fascia 25-44 anni, piace quasi allo stesso numero di uomini e donne. Infine c'è Sky, che fa già il 7% di share medio (ma con punte anche del 16) e ha ormai 4 milioni di abbonati: qui sta la classe alta del consumo televisivo, cioè i più colti e i più ricchi. Gli inserzionisti, quando vedranno i nuovi dati Auditel, preferiranno probabilmente andare su Sky che su Mediaset, dato che ricchi e colti sono anche quelli che nei negozi spendono di più. Ci sarà presto, perciò , una battaglia anche politica.

09/02/2007 – Con l'India c'è da doventare ricchi, per questo Prodi va a farle visita?

Il Presidente del Consiglio Romano Prodi è partito ieri sera per l'India.

Cosa ci va a fare Prodi in India?

E' Terzo mondo assoluto: 3 persone su 4 vivono ancora in campagna, ci sono posti – tipo il quartiere Dharavi, a Bombay – dove hanno un water ogni 1.400 persone ... E sul Gange galleggiano decine di cadaveri. Eccetera ecceteera. Tutto vero. Però Prodi si porta dietro Luca Cordero di Montezemolo, i capi delle nostre banche più importanti e 450 industriali.

Le dice niente?

Vorranno trasferire laggiù qualche fabbrica, perché il lavoro costa meno. O magari mettere in piedi qualche call-center. Lo sanno tutti che quando prenoto un volo da New York o da Boston la ragazza che mi risponde sta quasi sicuramente in un posto tipo Calcutta. Adesso in Inghilterra adoperano giornalisti indiani per fare gli articoli. 37 euro per un “pezzo accurato”, contro i 228 che costerebbe in Inghilterra. Lo fanno anche in Bangladesh. Flatworldsolution e Chillibreeze, se vuole, le preparano la tesi di dottorato per 2.300 euro. Diecimila parole, garantite e accurate. Lei, magari, al posto di Prodi, sarebbe andato in Cina.

Certo. Meglio.

E' giusto curare la Cina, ma è ancora più giusto curare l'India. La Banca Goldman Sachs ha fatto la seguente previsione: l'economia cinese supererà l'economia americana nel 2035. Poi nel 2050 l'economia indiana supererà quella cinese. E questo perché? Per la politica delle nascite. I cinesi hanno messo delle restrizioni esagerate – un solo figlio a famiglia – e intorno al 2030-2040 saranno una nazione di vecchi, come noi ora. Gli indiani, invece, hanno una politica di controllo delle nascite più blanda. Nel 2050 saranno un miliardo e mezzo sia i cinesi che gli indiani, ma i cinesi spenderanno tutti i loro soldi per pagare le pensioni, gli indiani invece per fare investimenti e godersi la vita.

Ma è roba che succederà tra un sacco di anni. Adesso a Bangalore, che sarebbe la città col maggior numero di computer e con più connessioni alla rete, hanno l'acqua solo 3 ore al giorno!

Sì, e a Nuova Delhi c'è uno dei 10 migliori ospedali del mondo, l'All India Institute of Medical Science: duemila posti letto, tre milioni e mezzo di pazienti curati in un solo anno. Sa quanto pagano i malati? Un dollaro al giorno. E' un paese pieno di problemi, ma si deve guardare anche ad altri indicatori: La Microsoft ha affidato alla Infosys lo sviluppo della sua architettura informatica. La Ranbaxy, quattordicesima al mondo per la vendita di farmaci generici, 1100 addetti, è leader assoluta in mercati enormi come la Nigeria o il Brasile. Raju Ramalinga è il re dei provider. Rajesh Jain ha appena lanciato sul mercato il computer da 70 euro. Azionisti indiani sono entrati nella Betapharm tedesca e nella Petrobas brasiliana. Tata ha comprato l'altro ieri le acciaierie olandesi Corus e s'è messo in testa di fabbricare la macchina che va ad acqua. Gli inglesi, con un sondaggio, hanno scoperto che la nazione più ottimista del pianeta è l'India, col 97% di imprenditori che hanno fiducia nel futuro, un ceto medio di cento milioni di persone con un potere d'acquisto da 100 miliardi di euro alll'anno, undicimila università, la più grande industria cinematografica del mondo, cioè la cosiddetta Bollywood, 4500 film solo nel 2006. La Fiat e Tata si sono già alleati e potrebbero costruire insieme l'automobile da 2000 euro con cui invadere tra pochi anni l'Asia e l'America Latina.

Perciò Prodi fa bene ad andare in India.

Gli indiani non hanno neanche una questione di diritti civili, come i cinesi. Anche se capitano massacri e attentati pure lì (Indira Gandhi e suo figlio Rajiv sono stati ammazzati dai sikh, ci sono problemi alla frontiera con i pachistani etc...), hanno costruito una democrazia, e anche una democrazia sorridente.

27/02/2007 – Una cosa unisce destra e sinistra. Stare a Roma da senatori è bello!

Il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, pronuncerà oggi alle 17, in Senato, il discorso per illustrare le linee guida della prossima azione di governo. Seguirà dibattito e, domani, il voto di fiducia.

Suppongo che per mettersi d'accordo sulla nuova legge elettorale ci vorrà un sacco di tempo

Anche D'Alema ha detto che ci vuole un sistema elettorale di tipo tedesco. Il sistema tedesco è quello nel quale se un partito non prende almeno il 5% non entra neanche in Parlamento. Comunque è vero, per la legge elettorale ci vorrà parecchio tempo. Che è del resto quello che vogliono tutti, a destra e a sinistra: non sciogliere le camere prima della fine del 2008.

Perché?

Perché dopo due anni e mezzo di legislatura, deputati e senatori maturano il diritto alla pensione. Mentre se le Camere venissero sciolte domani, questo anno scarso non frutterebbe niente.

Sono buone pensioni?

Sono buoni stipendi e sono buone pensioni. Un parlamentare prende – tra indennità, viaggi pagati, rimborsi varie spese di soggiorno a Roma – 260 mila euro l'anno. Vive poi nella capitale e – per molti che vengono dalla provincia – già questa può essere un'esperienza eccitante. Ma c'è di più: se si riesce a fare mezza legislatura – 2 anni e mezzo, appunto – si matura questo diritto al vitalizio di cui dicevamo prima: minimo tremila euro lordi cumulabili con qualunque reddito. Se uno poi ha alle spalle altre legislature (come la maggior parte dei parlamentari), i due anni e mezzo diventano ancora più preziosi: l'indennità infatti sale col numero di legislature e l'età a cuisi può riscuotere scende fino al limite, piuttosto incredibile, di cinquant'anni.

All'estero funziona allo stesso modo?

I nostri deputati e i nostri senatori sono i meglio pagati d'Europa e forse del mondo. Il pil della Camera – un miliardo e mezzo di euro l'anno tenendo conto di tutto: personale, palazzi, macchine, segretari, portaborse, i 50 mila euro per la carta igienica, la manutenzione etc... è più alto di quello della Mongolia e il doppio di quello di San Marino. Solo che gli “abitanti” della Camera sono 2500, quelli di San Marino 30 mila e quelli della Mongolia due milioni e mezzo (!). Quanto al Senato, il suo costo di 600 milioni l'anno, confrontato con quello degli altri Senati europei, è imbarazzante: il doppio dei francesi, il quadruplo degli inglesi, dieci volte quello degli spagnoli, ventisette volte quello dei tedeschi ...

Non si vergognano mai?

Veltroni, quando si seppe che, a 52 anni d'età e con contributi versati per 23 anni in tutto, prendeva un vitalizio di 9.000 euro lordi al mese oltre allo stipendio di 5.000 euro netti come sindaco, si affrettò a far sapere che aveva tentato di congelare il vitalizio e che non c'era riuscito. Racconta allora di aver deciso di darlo in beneficenza agli africani. Speriamo sia vero. Quanto agli altri, destra o sinistra che sia, di queste cose parlano il meno possibile. Ha capito perché deputati e senatori, divisi su tutto, sono però assolutamente d'accordo sul far durare la legislatura, ad ogni costo, fino alla fine del 2008?


Ultimo Aggiornamento alle 13.30 del 06/12/10 - Creato con Blocco Note da Marco Merlino. Index